Come sono nati gli oli essenziali? Un po’ di curiosità sull’argomento

Come sono nati gli oli essenziali? Un po’ di curiosità sull’argomento

Non tutti lo sanno, ma gli oli essenziali sono conosciuti sin dai tempi più remoti. Pensate, per esempio, che già nei papiri dell’antico Egitto si parlava di “piante vitali”: specie vegetali da utilizzare come rimedio per le malattie, oppure per scacciare la sventura dalle case. Siamo nel 4500 a.C. circa.

Ovviamente gli Egizi non padroneggiavano ancora l’arte della distillazione, ma erano comunque in grado di ricavare un estratto dalle foglie e dalle radici. In pratica, immergevano gli esemplari botanici in un catino pieno di acqua bollente, e nello stesso recipiente bagnavano un tessuto che si impregnava, dunque, della sostanza rilasciata.

Non è sbagliato affermare che la civiltà egizia sia stata, in un certo senso, la progenitrice dell’uso degli oli essenziali! Stando alle fonti, questo popolo si serviva senza dubbio dell’olio essenziale di ginepro, di timo, di mirto; sfruttava i benefici dell’olio essenziale di menta piperita, quelli del coriandolo e quelli della mirra.

Come si adoperavano, all’epoca, tali ingredienti? Quasi come oggi: tramite un’applicazione sia esterna sia interna, ovvero sotto forma di pomate e balsami, nonché di infusi e decotti. Queste modalità furono trasmesse a coloro che vennero dopo, tra cui i Greci e i Romani, e sono poi giunte fino a noi.

Dall’Egitto alla Grecia e a Roma

Soffermiamoci, quindi, sull’impiego degli oli essenziali tra i Greci: questi ultimi, in realtà, li prediligevano non solo a scopo curativo ma anche come veri e propri profumi, o come unguenti da spalmare sul corpo degli atleti!

Sembra sia stato Alessandro Magno a portare tali essenze dall’Egitto alla Grecia. Il suo maestro, Aristotele, descrisse le proprietà terapeutiche di più di 500 piante; l’allievo di Aristotele, Teofrasto, approfondì l’argomento nella celebre Historia Plantarum.

E per quanto riguarda i Romani? Spostiamoci avanti di qualche secolo, e arriviamo intorno al 150 a.C. Nel corso della Repubblica e, successivamente, dell’Impero, gli oli essenziali divennero molto popolari in vari ambiti – da quello religioso e sacrale a quello meramente estetico.

Nel I secolo d.C. Dioscoride elaborò il De Materia Medica e paragonò la distillazione all’azione del sole, che fa evaporare l’acqua dalla terra e la rimanda come pioggia. Lo studioso si concentrò su estratti come l’olio essenziale di lavanda, l’olio essenziale di eucalipto, l’olio essenziale di elicriso e tantissimi altri.

Un po’ più indietro nel tempo: il Medio Oriente

Per parlare degli oli essenziali in Medio Oriente dobbiamo tornare indietro di millenni, fino al 4000 a.C. Una notizia interessante, a tal proposito, è il rinvenimento di alcune tavolette incise in età mesopotamica, dalle quali si evince che queste sostanze erano allora già ampiamente usate.

Le civiltà della Mesopotamia commerciavano prodotti aromatici e riempivano le abitazioni con i loro suffumigi. Questi oli erano molto apprezzati come rimedi naturali, e anche durante le cerimonie funebri per accompagnare verso l’aldilà lo spirito del defunto. Non solo, dato che questi balsami erano adoperati per lenire problematiche come le irritazioni e il rossore della cute.

Gli oli essenziali in Cina

Anche la Cina ricopre un ruolo fondamentale nella storia degli oli essenziali. Non tanto perché segnò un passo in avanti nell’evoluzione delle tecniche di estrazione, quanto per il contributo fornito alla loro diffusione.

In particolare, tra il 200 e il 300 a.C. fu redatto un trattato cinese, lo Shennong Bencao Jing, con una lista di circa cento oli essenziali efficaci per la salute. Ci riferiamo alla più antica testimonianza dell’erboristeria della Cina, che ha attirato l’attenzione di tantissimi scienziati.

Una parentesi sul Medioevo

Il Medioevo è contraddistinto da un’autentica battuta d’arresto nell’utilizzo degli oli essenziali. Questi, più che altro, erano considerati degli strumenti di stregoneria; eppure un personaggio come Carlo Magno ne fu affascinato, e stilò una lista di 88 specie indispensabili nella quotidianità.

Ad esempio, il fondatore del Sacro Romano Impero era a conoscenza delle proprietà dell’olio essenziale di salvia sclarea e di rosmarino, e delle capacità benefiche dell’olio essenziale di camomilla romana. Al contrario, nei monasteri ci si serviva specialmente dell’olio essenziale di incenso.

Dopo le Crociate la situazione cambiò: le essenze diventarono un emblema di candore e di purificazione. Ciò grazie soprattutto al loro marcato potere antibiotico, che risultò valido per combattere e prevenire le epidemie.

Oli essenziali e Rinascimento

Cosa accadde nel Rinascimento? In Medio Oriente è da citare l’intervento di Avicenna, medico persiano che sperimentò metodi avanzati di distillazione. Egli lavorò come alchimista, ed è ritenuto ancora oggi uno dei maggiori pilastri nel ramo dell’aromaterapia.

Anche in Europa la reputazione degli oli essenziali raggiunse picchi elevati. Era frequente l’uso dell’olio essenziale di menta piperita, di canfora, dell’olio essenziale di lavanda, di cannella, di chiodi di garofano e di molte altre sostanze come fonti di benessere.

Il mondo moderno e contemporaneo

In epoca moderna cominciarono a essere impiegati anche altri estratti, tra cui menzioniamo l’olio essenziale di ylang ylang che divenne presto uno dei più diffusi. In questa fase, in più, si approfondirono le proprietà e i benefici dell’olio essenziale di tea tree.

Nel 1931 fu pubblicata l’illustre opera di René-Maurice Gattefossé, Aromathérapie, la prima in assoluto in cui si fece ricorso al termine vero e proprio. L’intellettuale in oggetto, e in seguito il medico Jean Valnet, sancirono con la loro attività una nuova frontiera in questo settore. Nello specifico, Valnet si occupò delle capacità antinfettive degli oli essenziali e propose di utilizzarli come supporto per i soldati che lottavano in Indocina.

Gattefossé e Valnet sono spesso ricordati come i padri della moderna aromaterapia. Il primo laboratorio ad hoc fu fondato da Pierre Franchomme, a sua volta francese, nel 1975. Egli riuscì a capire come limitare al minimo gli effetti collaterali e le controindicazioni di ciascuna sostanza.

Uno dei direttori del laboratorio, Dominique Baudoux, creò invece la primissima scuola di aromaterapia in tutto il pianeta. Ciò avvenne negli anni ’90. Attualmente la disciplina è studiata in moltissimi paesi, e si mira a perfezionare sempre di più i processi di distillazione e di lavorazione delle essenze. Ogni ingrediente, dall’olio essenziale di wintergreen a quello di lentisco, dall’olio essenziale di ravintsara alla gaultheria, svolge una determinata azione positiva!